Il libro che voleva crescere

In uno scaffale di una piccola biblioteca in un piccolo paese c’era un piccolo libro, con una copertina morbida e poche pagine. Raccontava di un bambino che aveva un cane, che viveva in una fattoria.

Tutti i giorni i grandi libri importanti intorno a lui gli raccontavano di quante storie belle e grandiose ci fossero al mondo, racconti immortali, testi studiati da miliardi di persone, libri che tutti conoscevano. Il libricino non era in grado di affrontare tutto quel sapere e continuava a sentirsi piccino e inutile.

Vedeva che ogni giorno i grossi tomi venivano prelevati dallo scaffale e che tante persone avevano bisogno delle parole scritte li dentro: persone serie, con gli occhiali e i baffi voluminosi. Lui voleva diventare più grande, sperava che anche la storia del cagnolino fosse importante, sognava che una signora seria e coi capelli bianchi lo prendesse e si mettesse seriamente a studiarlo, per conoscere tutte le avventure del bambino.

La bibliotecaria passava spesso davanti al ripiano del piccolo libro ma impegnata com’era a rispondere alle domande dei signori importanti, non si fermava mai a prelevare il libro piccolino; e lui continuava a soffrirne, perchè se non fosse stato letto da quei signori col cappello allora era inutile che rimanesse sul grande scaffale della biblioteca: era anche troppo grande per lui, magari sarebbe stato meglio un cesto di vimini dietro la porta.
I giorni passavano e dentro la biblioteca entravano tantissime persone, alcune serie altre sorridenti, uomini e donne, qualche bambino. La bibliotecaria stava attenta che i libri non venissero stropicciati, chiedeva silenzio e serietà.

E poi un giorno cambiarono gli scaffali. Venne aperta una nuova sala, con grandissime vetrine dove i preziosi libri furono sistemati con grande cura, in modo che non prendessero aria e luce. Tutte le persone importanti dovevano fare la fila, diventarono ancora più serie e concentrate, perchè non era facile leggere quei testi famosi.

Il libro piccolino si ritrovò allora sopra una mensolina colorata di verde, messa un pò in basso dentro una saletta piena di tappeti; a controllare che tutto fosse in ordine c’era un buffo omino con le guance sempre rosse e le dita gelate. Ogni tanto nella saletta entrava qualche bambino e veniva a curiosare tra le pagine del libricino facendogli un sacco di solletico: un giorno una bambina addirittura lo prese dalla mensola, se lo mise in tasca (un che pizzicore la lana del cappotto) e lo portò a casa.

L’avventura nella casa fu entusiasmante. Le pagine del libro piccino furono sfogliate tutte, dalla prima all’ultima; la bambina leggeva le parole con grandissimo impegno, perchè non è per niente facile a sette anni mettere insieme tutte le lettere e formare una frase. Solo che dopo aver letto non diventava seria, anzi sorrideva divertita e chiamava il suo papà per raccontargli la storia del bambino che aveva un cane, che viveva in una fattoria. E anche il papà sfogliava le pagine aiutandola a leggere le parole più difficili; una volta pure il fratellino ci aveva messo le mani dentro al libriccino, tentando di strappare una pagina e ridendo fortissimo.

Tornato in biblioteca il libro piccolo fu rimesso sulla mensola verde. E i gorni successivi molti altri bambini se lo misero in tasca, o dentro la cartella; così il libro piccolo potè conoscere altri libri piccoli ma molto importanti perchè insegnavano nuove cose. Fece conoscenza con tanti bimbi e con i loro genitori, sentì ridere e sentì spiegare tanti argomenti.

Il libro piccino capì che non solo i tomi famosi avevano la loro ragione di esistere, anzi senza quelli piccini nessuno mai avrebbe potuto diventare un bravo lettore: fu felice di imparare che non bisogna sperare di essere diversi perchè ognuno di noi è importante e prezioso.

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6 pensieri su “Il libro che voleva crescere

  1. Ma che tenera, questa storia 🙂 Anche i grandi, prima di scrivere libri grandi (o grandi libri, che non sempre le due cose vanno insieme), sono stati piccini e si sono nutriti di libri piccoli, ma fondamentali per crescere…

  2. Bellissima storia!!
    Dovresti scrivera anche te un libro piccino: molti bambini, ma anche molti adulti lo comprerebbero, e son certa che il tuo libro piccino avrebbe così successo che diventerebbe un grande libro, come quello del Piccolo Principe…

  3. Questa storia la farò leggere anche a mio figlio, è una metafora semplice e che colpisce nel segno.
    Sto seguendo il filo del blogstorming e sto portando a casa tante riflessioni importanti.

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