Avere una figlia di cinque anni (this is not a mummy blog)

Vista il periodo ispirato e la notevole collaborazione della figlia, mi accingo a scrivere un post mammesco: il che va segnalato, perchè tanto si sa questo non è un mum blog, non fosse altro per il fatto che non so nemmeno io come classificarlo.

Oggi il pezzo è dedicato a quelle mamme (io nel termine includo entrambi i sessi; purchè dedito alla causa, mamma è qualunque dei due genitori che possa iscrivere ore insonni nel curriculum, che attesti di aver strillato almeno un paio di volte alla prole e certifichi preoccupazione per due linee di febbre), dicevo che scrivo per le mamme che sono arrivate al limite. O che pensano di non essere fatte per questa vita, per chi cerca ossessivamente il libretto di istruzioni, soprattutto per pargoli attorno ai due-tre anni (anche se l’età può variare). Mamme di bimbi che fanno la lagna, che piangono per nulla, che sembra abbiano un tappo di cera dentro il padiglione auditivo.

Sei genitore di un maschietto che ha il dono di trovare modi nuovi e creativi per farsi del male? Tua figlia non mangia nemmeno se ti metti in verticale sul dito medio facendo l’aeroplanino con la forchetta? Sei diventato campione del mondo di “schivo la macchinina”? Pensi di poter accedere al Nirvana e giocare a tresette con Budda in persona, per tutte le volte che ti sei trattenuto da uno sganassone storico?

Ascolta me: tutto diventerà più bello! E nonostante l’ironia di cui mi faccio scudo in tutte le occasioni possibili, questa volta sono serissima.

Quando crescono ti accorgi che il loro raggio d’azione si allarga e il tuo tempo migliora. Mia figlia il mattino si veste da sola (tra sbuffi e digrignar di denti, mica siamo perfetti), allora io nel frattempo posso finire di vestirmi, in modo che quando siamo pronte possiamo fare colazione insieme, e ridere dei biscotti che fanno il bagno nella piscina col latte. La cena diventa un appuntamento sostenibile: non che tutto il piatto finisca subito, senza sprechi e senza rimostranze (non voglio mica morire giovane), ma almeno i gusti culinari sono esposti in modo umano, spiegati. Magari ci si fa una risata sopra, e se per una sera non ho preparato il risotto giallo si può arrivare ad un patteggiamento con tre pezzi di spezzatino contro una mezza barretta kinder.

In giro a passeggio adesso ce la godiamo, senza stare sempre col fiato sul collo, senza aver paura che scappi in mezzo alla strada: piuttosto devo difendermi dalle sue sgridate perchè mi fermo troppo in una vetrina o perchè non andiamo dentro la Mediateca. Mi chiede anche il telefono per invitare nonna, zia e cugina: ha già le basi del girl power.

E poi quando crescono un pò fanno le battute! Non so i vostri figli ma la mia non è mai stata un mostro di divertimento: è un pò riservata, si studia la fauna che la circonda, è permalosa. Figuratevi che se sentiva ridere qualcuno, le veniva il coccolone che si ridesse di lei. Adesso invece ha capito che si può ridere con lei. E giù le spiritosaggini, le mossettine, le rime (tremende): certe volte la guardo e mi commuovo.

La Gioppina ha compiuto cinque anni in settembre ed è diventata uno spasso. Cioè: non è che si sia svegliata il giorno del suo compleanno trasformata o di colore blu. Semplicemente quel giorno io mi sono accorta che oramai l’interazione con mia figlia era diventata un rapporto tra adulti. Finchè si considera adulta una che evita di passare sulle griglie per strada pensando che possa succedere qualcosa (io)

Lei è cresciuta gradualmente, normalmente e in modo naturale. Sono io che a volte non mi sono accorta che potevo adottare un atteggiamento diverso, che potevo smettere di trattarla da poppante e chiedere un rapporto (quasi) alla pari. E se noi mamme riusciamo a renderci conto che abbiamo davanti una persona, certo bisognosa ma che può dare in cambio in modo esponenziale, credo che riusciremo a divertirci di più.

PS: se nei prossimi giorni mi ricoverano per esaurimento nervoso e per aver tentato di rinchiudere la nana nella sua stanza, questo post verrà cancellato d’ufficio.

17 pensieri su “Avere una figlia di cinque anni (this is not a mummy blog)

  1. angela ha detto:

    Che bello questo post Lucia…hai proprio ragione quando crescono tutto diventa più bello e divertente. Certo ci sono problemi più grandi ma sicuramente si respira di più e si parla…

  2. Il mio teppista non ha ancora 4 anni (manca poco ne) e ogni tanto devo ricordarmi che è ancora piccolo perchè a volte pretendo troppo. Magari tra un anno di questi tempi scriverò un post come il tuo!
    Poi in questo periodo tra uno che frigna e l’altro che strilla, la voglia di prendere un aereo e partire lontanoooooooo è tanta! 😉

  3. io gioco a tre sette con Budda e vinco con una facilità disarmante pensa che gli ho ridipinto il Nirvana a strisce blu, Budda prefersce che io lo batta piuttosto che stare con nanni, bimbo iperattivo. Io ai 5 anni del nano non arrivo, sapevilo Luci.

  4. the pellons' mother ha detto:

    Che bello questo post di speranza per tutte noi! E se sono palle, non importa, noi abbiamo bisogno di crederci!!!
    Comunque lo so, che non sono palle. IO ho un primo figlio angelico e un secondo duro da gestire, ma già ora che ha un anno mi pare di essere in paradiso – anche se passo la giornata a tolgierlo dai pericoli – rispetto a quando aveva 3 mesi e non mi faceva dormire più di 20 minuti filati – forse convinto di essere ancora nell’utero.

  5. Tutto vero e te ne posso anticipare una anche migliore: aspetta che impari a leggere e farsi delle sessioni sul divano o nel lettone ognuno a leggere insieme e a parte. Una strafigata (e ogni tanto farsi le domande o i commenti). e un’ altra ancora: arrivare a fare insieme i giochi da tavolo, prima quelli da piccoli, poi piano piano anche quelli che piacicono a te, prima quelli in cui fingi di distrarti così vincono anche loro, poi quelli che tocca impegnarsi per non essere stracciati 5 volte di seguito. E figlio due che ha il penchant estetico-artistoide, ma sai quanto ci divertiamo a sfogliare insieme i blog di fai da te, prima e dopo, trasformazioni varie di interni. Una figata e manco si sporca in giro come quando hai l’ insana idea di usare i colori a dita.

  6. Ecco, capiti a fagiuolo, questo post stupendo mi rincuora, dopo una giornata folle con i mostrilli….è vero che a volte sono ingestibili (perché siamo noi a non reggere i loro ritmi), ma è anche vero che all’età della gioppina cominciano ad essere, oltre che praticamente autonomi, anche divertenti….
    p.s. troppo tardi, se anche lo cancellassi io l’ho stampato e messo in bella vista accanto alla scrivania…

  7. pussola ha detto:

    Dall’alto (se va beh) della mia esperienza di mamma di una 6enne aggiungo: la doccia se la fa da sola (capelli compresi). Ci mette un’oretta buona, perchè lei oltre a lavarsi finge di avere il microfono e si canta tutto il cantabile.
    E’ bello andarsene in giro a far shopping…perchè non si stufa più…anzi, semmai ti da consigli fashion (o viceversa).
    E ora che ha capito come si legge…legge qualunque cosa.
    Ecco si.
    Forse l’unico neo è che ti tempesterà di domande che iniziano con E se…?

  8. Elisa ha detto:

    Oh ragazze questo si che è un post da leggere 😀 , mancano solo cinque mesi evvai , comunque scherzi a parte anche io mi diverto un sacco ora con la mia belva anche se mi lamento della sua devastante parlanrina

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