Biomeccanica del passo

Ce l’ho qua, sulla punta della lingua.

Com’è che si dice quando ti accorgi di avere molti ricordi, aneddoti da raccontare e sempre meno progetti a lungo termine e voglia di rivoluzione? Invecchiare?

Via! Non potete stare in mezzo al mar! Lettori maleducati io non li voglio.

Vado a fare il torneo di pallavolo e so per certo che la differenza principale tra la mia squadra e l’altra finalista non è quella tecnica, ma sono i circa 120 anni anagrafici. Che per quanto io possa avere un discreto bagaglio di esperienza, mi serve a una sega se il giorno dopo ululo ogni volta che faccio le scale (no, non è perchè abbiamo vinto)

C’era una volta quella che si vedeva sempre con la valigia in mano, esperta di aeroporti e cittadina del mondo; quella che faccio cose vedo gente, anche con i figli, viaggiatrice e non turista.

Chi l’ha vista?

Bada bene, non è solamente una questione economica; è stanchezza. E una donna stanca è solamente una donna vecchia.

Quel maledetto specchio che arrotonda le forme, allenta i tessuti, sborsa le borse. Devo avere sbagliato arredamento.

Contribuisce notevolmente anche la figlia quasi settenne. Non ha più bisogno di me.

Penso al fatto che essere insoddisfatti sia uno stimolo a cambiare, è la sensazione che mi accompagna da tutta la vita: segue onde sinusoidali, certe volte è sottozero. Penso di aver raggiunto molti degli obiettivi che una volta nemmeno osavo sperare (o forse semplicemente nemmeno mi venivano in mente) e c’è da esserne contenti.

Però gli anni passano, il corpo cambia e la mente lo segue.

Solo che vanno a due velocità diverse, e io non so come sincronizzare.

tramonto