Fine ottobre, ora legale: alle 17,30 è già quasi buio.
Fosse per me passerei questi mesi giocando a burraco e guardando serie tv, come fossi sociopatica. Togliamo il se fossi: io sono sociopatica.
Lo sono a tal punto che trovo che tutte le persone siano difettate; ognuna con una angolo scuro che non mi piace. Se potessi le eviterei.
Solo che in fondo io amo stare con la gente, e ridere e sorridere.
Amo quelli timidi che guardano ovunque tranne nei tuoi occhi. Quelli che non sono sicuri di niente, perciò non rispondono. Amo chi è riservato, perchè tutti pensano che se la tiri.
Trovo delizioso l’atteggiamento sfrontato di chi non è per niente complicato, chi non ha sovrastrutture, chi non fa il filosofo. Mi dà sollievo chi non ha l’ultimo modello di smartphone. Cerco e mi avvicino a donne che non mostrano le palle, a uomini che non mostrano la macchina, agli anziani che non mostrano di avere vissuto già troppo.
Madri imperfette, padri nervosi, nonni senza pazienza.
Sono socio(necessariamente)patica: ho bisogno di avere vicino tanta gente, non potrei altrimenti sezionare a lame affilate quello che più è marcio dentro me stessa.