Rondini

Quando aveva deciso per il segno indelebile sapeva che sarebbe stato solo un simbolo, che niente avrebbe potuto spiegare la leggerezza della libertà che sentiva nel cuore. Le rondini sul braccio, il suo corpo come uno spazio solcato da ali veloci.

Come le rondini anche lei mai avrebbe potuto eliminare il senso di appartenenza al branco, la necessità di vivere insieme agli altri e dagli altri ricevere sostegno. Sapeva che da sola nulla è possibile, soprattutto non c’è altruismo e nemmeno la bellezza dell’aiutare.

Le rondini percorrono migliaia di chilometri, si allontanano da freddo e intemperie, scappano. Però poi tornano sempre, le vedi sotto il cornicione che mettono insieme il fango, maschio e femmina, per creare il nido. E quando scelgono un compagno rimane quello per sempre, anche se può succedere di guardarsi intorno e fare qualche volo, spregiudicato e breve.

Non c’è un comando che obblighi le rondini a stare insieme, è istinto, è la lunga evoluzione naturale; la sua famiglia era così: nessuna figura di diritto per regolamentarla, lontana dall’ordine della religione; solamente la decisione volontaria di due persone, l’amore profondo tra loro e per la loro figlia, passione e razionalità, impegno liberamente scelto.

Un cielo infinito da volare, un punto fisso a cui tornare.

Lei, come una rondine, volava lontano e poi tornava indietro: con quell’equilibrio imperfetto, faticosamente raggiunto, inevitabilmente instabile.

Tattoo rondini